di
Cecilia Cerasaro -
pubblicato il 31 Gennaio 2024
Ricordo che la prima volta che sentii parlare di Re Mida ero all’asilo. La maestra ci raccontò la storia dell’avido sovrano della Frigia che chiede agli dei di poter mutare in oro tutto ciò che la sua pelle tocca. Dioniso lo accontenta e il re vede il suo sogno realizzato. Si prepara a diventare l’uomo più ricco del mondo, trasformando tutti i mobili della sua reggia, i pavimenti, le pareti, i suoi vestiti in oggetti del prezioso metallo. Mida si esalta, scoppia di gioia, fino a quando non si rende conto che anche il cibo che desidera mangiare e l’acqua che vorrebbe bere sono destinati a trasformarsi in oro non appena toccano la sua bocca. Il sovrano si accorge che il suo desiderio lo ha condannato a morte e lo ha reso un pericolo per le persone che ama, dal momento che ogni suo abbraccio o carezza le trasformerebbe in statue metalliche, provocandone la morte. Re Mida alla fine è costretto a supplicare Dioniso di cancellare il proprio desiderio.
Il mito, raccontato anche da Ovidio nelle Metamorfosi, è perfetto per insegnare ai bambini quale sia il pericolo insito nell’avidità ma anche l’importanza del cibo e quella degli affetti. Non stupisce quindi che Dysney ne abbia tratto un cartone animato già nel 1935, inserendolo nelle sue Silly Symphony.
[Continua »]